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24-02-2010

Instituzioni dell'Unione europea

Il Consiglio è stato istituito fin dai trattati istitutivi degli anni Cinquanta. Il Consiglio rappresenta gli Stati membri ed è il principale organo decisore dell'Unione europea. E' istituito per la prima volta nella Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA), come "Consiglio speciale dei Ministri", per controbilanciare l'Alta Autorità. Il Consiglio è composto da 27 ministri, uno per ciascuno Stato membro. La materia oggetto delle sessioni determina quale ministro vi debba partecipare.

La sede

In base alla decisione del Consiglio Europeo di Edimburgo, nel dicembre del 1992, il Consiglio si riunisce a Bruxelles, salvo nelle sessioni di aprile, giugno ed ottobre, che si tengono in Lussemburgo.

La struttura

Complessivamente sono previste nove possibili configurazioni del Consiglio:

  • Affari Generali e Relazioni Esterne;
  • Affari economici e finanziari (ECOFIN);
  • Giustizia e Affari Interni (GAI);
  • Occupazione, Politica sociale, Salute e Consumatori;
  • Competitività;
  • Trasporti, Telecomunicazioni ed Energia;
  • Agricoltura e Pesca;
  • Ambiente;
  • Educazione, Gioventù e Cultura.

Le funzioni

Lo scopo principale del Consiglio è quello di costituire una delle due Camere del quadro legislativo comunitario (l'altra è il Parlamento). In ogni modo, solo il Consiglio possiede il potere di iniziativa legislativa nel secondo e nel terzo "pilastro" dell'UE. Detiene inoltre, assieme al Parlamento, la competenza in materia di bilancio e possiede poteri di controllo, sulle aree intergovernative dell'UE, ben maggiori rispetto al Parlamento. Infine, detiene formalmente il potere esecutivo dell'Unione, che poi trasferisce alla Commissione europea.

La legislazione

La maggior parte della legislazione dell'UE è adottata congiuntamente dal Consiglio e dal Parlamento. Di norma, il Consiglio agisce solo su proposta della Commissione, mentre a quest'ultima spetta, in linea di principio, assicurare che, una volta adottata, la legislazione dell'UE sia correttamente applicata.

Il coordinamento delle politiche degli Stati membri

I paesi dell'UE si sono accordati per una politica economica globale basata su uno stretto coordinamento tra le loro politiche economiche nazionali. Tale coordinamento è realizzato dai ministri dell'economia e delle finanze, che costituiscono insieme il Consiglio Affari economici e finanziari (ECOFIN).
Inoltre, i paesi dell'UE intendono creare maggiore occupazione e migliorare il funzionamento dei servizi per l'istruzione, la sanità e la previdenza sociale. Pur rimanendo responsabili della politica attuata nei rispettivi paesi per questi settori, gli Stati membri possono trovare accordi su obiettivi comuni e ciascuno può apprendere il meglio dell'esperienza altrui. Questo processo è chiamato "metodo di coordinamento aperto" e viene attuato nell'ambito del Consiglio.

La ratifica degli accordi internazionali

Ogni anno il Consiglio conclude (ossia firma ufficialmente) una serie di accordi tra l'Unione europea, paesi terzi e organizzazioni internazionali. Tali accordi possono riguardare settori generali come il commercio, la cooperazione e lo sviluppo, oppure settori specifici come quello tessile, la pesca, le scienze e la tecnologia, i trasporti, ecc.
Inoltre, il Consiglio può concludere convenzioni tra gli Stati membri dell'UE in settori come l'imposizione fiscale, il diritto delle imprese o la protezione consolare. Le convenzioni possono inoltre riguardare l'ambito della cooperazione sui temi della libertà, sicurezza e giustizia.

L'approvazione del bilancio dell'UE

Il bilancio annuale dell'UE viene deciso congiuntamente dal Consiglio e dal Parlamento europeo.

Politica estera e di sicurezza comune

Gli Stati membri cooperano allo sviluppo di una politica estera e di sicurezza comune (PESC). Tuttavia, politica estera, sicurezza e difesa rappresentano questioni sulle quali ogni singolo governo nazionale mantiene un controllo indipendente. In tali settori, infatti, gli Stati non hanno rinunciato alla sovranità nazionale e di conseguenza il Parlamento e la Commissione europea vi hanno un ruolo limitato. I paesi dell'UE possono comunque trarre notevoli vantaggi dal lavoro comune su questi temi e il Consiglio rappresenta la sede principale in cui ha luogo tale "cooperazione intergovernativa".

I cambiamenti in seguito alla ratifica del Trattato di Lisbona

Il Trattato allarga l'utilizzo del voto a maggioranza qualificata (VMQ), quale sistema di voto ordinario, a quasi tutte le materie, rimpiazzando il voto all'unanimità in Consiglio dei Ministri. La maggioranza qualificata è raggiunta quando almeno il 55% degli Stati membri, rappresentanti il 65% dei cittadini dell'UE, si esprime in favore della proposta. Quando il Consiglio dei Ministri non agisce su proposta della Commissione o dell'Alto Rappresentate, la maggioranza degli Stati membri necessaria diventa del 72%, mentre rimane inalterata la percentuale della popolazione. Per bloccare l'adozione di una proposta è necessario il voto contrario di almeno 4 paesi (rappresentanti almeno il 35% della popolazione dell'UE). Il peso dei singoli paesi è basato esclusivamente sulla popolazione e non sul numero di votanti (come all'epoca del Trattato di Nizza).

 



 
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